Sabato pomeriggio a Gavardo, presso il chiostro di Santa Maria, l’inaugurazione di una mostra sul sacerdote cremonese che ebbe forti legami con i bresciani.
“Don Primo Mazzolari: bresciano d’animo”: è questo il titolo di una mostra che viene inaugurata sabato 13 novembre alle ore 17 nel chiostro del Monastero della Chiesa di Santa Maria. E’ un’iniziativa della Parrocchia e della Scuola parrocchiale di Gavardo. Si tratta di una mostra itinerante voluta dalla Fondazione Civiltà Bresciana e dall'Ufficio di Pastorale Sociale e del Lavoro della Diocesi di Brescia, dopo il convegno su don Mazzolari tenutosi al Paolo VI nei mesi scorsi.
Tutto il lavoro, consistente in una quarantina di cartelloni, è stato poi plastificato, di modo che possa facilmente essere utilizzato ed esposto.
La mostra illustra con immagini, documenti e commenti i momenti salienti della vicenda biografica di don Primo Mazzolari, mettendo in risalto anche i temi centrali del suo apostolato: i lontani, i poveri, la pace, l’ecumenismo, la passione per la Chiesa e per il Vangelo, il rinnovamento della Chiesa e della parrocchia.
Una particolare attenzione nella mostra viene posta ai rapporti che don Primo ha avuto con Brescia e i bresciani. Il territorio che ha visto maggiormente la presenza di don Mazzolari è stato infatti, dopo il cremonese, certamente quello bresciano. Nella mostra vengono ripercorsi gli anni giovanili che don Primo ha trascorso a Verolanuova e a Pralboino. Viene illustrata anche l’influenza che sul parroco di Bozzolo hanno esercitato in particolare due vescovi bresciani: mons. Bonomelli, che per quarant’anni fu vescovo di Cremona, e mons. Gaggia.
Si parla poi di alcuni dei suoi più cari amici bresciani e delle molte persone che a Brescia seguivano con interesse, partecipazione e trepidazione la sua attività: da Stefano Bazoli e Andrea Trebeschi ai padri filippini della Pace, in particolare padre Bevilacqua, padre Manziana, padre Caresana e padre Acchiappati; dalle canossiane alla famiglia Tosana di via Moretto; da don Giovanni Barchi, parroco di Gambara, a mons. Giorgio Bazzani, parroco di Gussago; dalla famiglia di Lodovico Montini a don Ferruccio Scalmana, parroco di Bagnolo Mella; da don Guido Astori di Carpenedolo ai sacerdoti bresciani che firmarono la “Lettera ai vescovi della Val Padana” e molti altri ancora.
Nella mostra si ricorda anche che a Brescia don Primo Mazzolari ha potuto pubblicare le sue prime opere e diverse altre, grazie a Vittorio Gatti, un coraggioso libraio-editore indipendente. La mostra rimane aperta fino a venerdì 26 novembre. Si può visitare tutti i giorni dalle 9 alle 18. L’ingresso è libero.
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