25 Aprile 2007, 00.00
Valsabbia - C
Eridio/2

Copagri: «Illegittima l’ordinanza del sindaco»

Alessandro Baronchelli, presidente bresciano di Coopagri, scrive al prefetto e dichiara lo stato di agitazione, precisando che «non tollererà nessun cambio di regole a stagione avanzata da parte di chi non ha alcun interesse in agricoltura»

BASSA - Mentre il responsabile della Protezione civile nazionale parla di emergenza siccità, il perdurante caldo di questi giorni non contribuisce a rasserenare i rapporti tra i soggetti interessati all’acqua del lago d’Idro: da una parte i Comuni rivieraschi, dall’altro gli agricoltori della Bassa occidentale.
I quali, dal momento che la stagione è "in anticipo" di quasi un mese, sono alle prese con una situazione particolare, che li costringe a irrigare con largo anticipo rispetto al passato. Basti dire che molti agricoltori hanno già proceduto con il taglio dell’erba per il maggengo; operazione questa, che, come si intuisce dal nome del fieno (maggengo deriva da maggio), solitamente li vede impegnati a metà maggio.
E dal momento che dopo la raccolta del fieno si semina in mais, in parole povere significa che, anche se siamo solo ad aprile, c’è già bisogno di dar da bere ai campi. Non a caso molti agricoltori stanno già irrigando il mais; altri, per evitare di irrigarlo quando sarà appena nato (operazione perniciosa, da evitare), stanno provvedendo a bagnare i campi prima della semina.

Preso atto di come stanno le cose, nell’annunciare «che siamo pronti a scendere in strada con i nostri trattori», Alessandro Baronchelli, presidente della Coopagri Brescia, ha scritto al Prefetto Francesco Paolo Tronca e al Questore Gaetano Chiusolo per denunciare «le continue provocazioni del sindaco di Idro».
Sottolineo, scrive Baronchelli, «la grave situazione venutasi a creare tra gli agricoltori e i Comuni rivieraschi (in particolar modo il Comune di Idro per il tramite del suo sindaco, con ordinanze a nostro avviso illegittime); situazione che sta creando gravi danni a tutto il comparto agricolo. Gli effetti delle ordinanze sono infatti tesi a impedire agli organi preposti la gestione del deflusso delle acque per uso irriguo. Come se non bastasse, nei giorni scorsi il sindaco di Idro non solo ha chiesto il riesame delle norme riguardanti la gestione del lago, proponendo uno svaso massimo di un metro, ma ha anche prevaricato la Regione Lombardia, chiedendo al Ministero dell’Ambiente l’adozione di un nuovo regolamento con specifica delibera del Consiglio dei Ministri».

Alla luce di ciò, «Coopagri di Brescia dichiara lo stato di agitazione, precisando che non tollererà nessun cambio di regole a stagione avanzata da parte di chi non ha alcun interesse in agricoltura. A tal proposito chiediamo un intervento urgente dell’autorità al fine di evitare di dover intraprendere gravi iniziative».
In primo luogo, ci ha spiegato Baronchelli, «contestiamo l’ordinanza con la quale il sindaco di Idro sta impedendo di togliere il tappo creato dall’Enel nella galleria di svaso. Inoltre non dimentichiamo che, nonostante i ricorsi contro questa ordinanza, il sindaco ha fatto un’istanza di riesame della regola di gestione del lago, dove nella sostanza si chiede allo Stato di intervenire per bloccare l’acqua del lago».
Questi, chiude il presidente di Coopagri, «sono colpi bassi che non si fanno, perché se può essere vero che l’acqua non è nostra, è certamente vero che non è del sindaco».

(gaf) dal Giornale di Brescia


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