12 Ottobre 2010, 07.00

E' tempo di Nobel

di Aldo Vaglia

Il Vaticano contesta quello per la medicina al britannico Robert Edwards, padre della fecondazione in vitro (che ha dato la vita a 4 milioni di persone) perché la tecnica non è naturale...

 
La Cina quello per la pace al dissidente Liu Xiaobo, che si batte da 20 anni ( ed è rinchiuso in carcere ) per la difesa dei diritti umani.
Tra la Santa Sede e i Comunisti in questi casi c’è un “Idem Sentire†e chi si oppone ai loro assolutismi o va in carcere o viene scomunicato.
 
È andata meglio a Varga Llosa per la letteratura che ha dovuto aspettare solo 30 anni (e perdere la capacità di denunciare le ingiustizie che gravano sulla sua terra  “secondo Bevilacquaâ€) per ricevere il premio.
 
Nessuna contestazione invece al Nobel per la fisica ai due Russi Geim e Novoselov (forse perché la guerra fredda è finita ed anche i cervelli possono emigrare) per le ricerche condotte in Gran Bretagna nell’università di Manchester sul “Grafene“.
Il materiale più sottile del mondo, ottenuto dalla comune grafite, trasparente e ottimo conduttore che è oggi il più promettente per costruire touch screen, pannelli luminosi e celle solari.
 
L’attesa per le applicazioni pratiche di questo materiale e il modo in cui è stato riportato dai giornali mi ha fatto rivivere la scena del bellissimo film di “Mike Nichol“ il Laureato, quando alla  festa di laurea l’amico del padre si avvicina a Ben (interpretato da un meraviglioso Dustin Hoffman alle prime armi) con: “Voglio dirti solo una parola, ragazzo, Solo una parolaâ€. “Si Signore†“Mi ascolti?†“Si, signoreâ€. “Plasticaâ€. Pausa. “Credo di non aver capito, signoreâ€. â€Plastica, Ben. Il futuro è nella plastica“.
L’espressione inebetita di Dustin Hoffman mentre incassa la dritta dell’amico del padre non può essere resa a parole, è solo da vedere.
 
Il film è del 67 e solo 4 anni prima l’italiano Giulio Natta aveva ricevuto il premio Nobel per la chimica, insieme al tedesco Ziegler, per le scoperte importantissime sui materiali plastici, in particolare “il polipropilene isotattico†commercializzato in seguito dalla Montecatini con il nome industriale di Moplen.
Verrebbe da pensare che il personaggio che si rivolge al ragazzo sia un industriale illuminato che ha scoperto le formidabili qualità dei materiali plastici. In realtà “il tipo†ha solo scoperto “l’uso deficiente†che già in America, per il basso costo della materia, veniva fatto e che arricchiva migliaia di piccoli imprenditori, ma impoveriva ed inquinava irrimediabilmente, la terra non solo nei centri abitati, ma addirittura mari e montagne, con sacchetti da supermercato, bottiglie, piatti, bicchieri monouso, non recuperati e riciclati.
 
Ed è così che una delle più importanti scoperte del xx secolo viene degradata da una “società dei consumi†alle funzioni più ignobili ed agli usi più effimeri, per un sua caratteristica che ne diventa subito un difetto “il bassissimo costoâ€.
Perché è vero che la plastica costa poco e meno nobile è meno costa, ma è anche vero che “il materiale che la natura s’è dimenticata di creareâ€, è impermeabile, non si ossida, rimane stabile nel tempo, può essere colorata, cromata, stampata in ogni forma, è leggera, infrangibile, elastica, è un supermateriale da noi usato male.
 
Speriamo in un migliore utilizzo per i materiali del XXI secolo.
 
 


Commenti:
ID4309 - 12/10/2010 15:55:00 - (Ricard53) - Spesso la tendenza è proprio questa.

Grandi scoperte e invenzioni sono state fatte da persone pigre ma con la mente vivace (alcuni teorizzano anche la ruota), purtroppo poi le applicazioni di queste scoperte sono state fatte da gente vivace con la mente pigra e le conseguenze sono quelle a cui accenna Aldo. L'oppressione dei potenti, invece, è nel solco della storia. Mi viene in mente l'ultima riga di una vecchia poesia di un mio carissimo amico: "ricomporre all'antitesi di ogni assoluto". Forse saremmo tutti liberi.

ID4310 - 12/10/2010 16:48:00 - (davidebond) - ?

Ad essere sincero, non ho capito molto bene. Mi è chiaro il parallelo della vicenda di Edwards con quella di Xiaobo, ma non mi è chiaro come questo serva da antefatto a quanto segue: che cioè nelle grandi scoperte l'indice viene spesso messo solo sul loro bieco aspetto remunerativo. Incidentalmente, vorrei far notare anche il ruolo della 'moda' dominante. Questo in ambiti in cui non c'è da lucrare. Il disinteresse verso la teoria dei modelli o la presa in giro dell'analisi non standard sono solo degli esempi. Non è sempre il denaro o l'interesse a guidare le ricerche, ma anche personaggi illustri e influenti. Lo stesso Goedel alla fine del suo celebre articolo, si sente in imbarazzo nei confronti di Hilbert. Infine, per quanto riguarda il rapporto Chiesa-scienza, trovo la questione estremamente complicata e certamente non così facile da risolvere come, per esempio, Oddifreddi ci vuol far credere.

ID4311 - 12/10/2010 16:51:00 - (davidebond) - fine

Oddifreddi ha tutta la mia ammirazione. Il suo lavoro in teoria della ricorsività è storico, ma non basta per improvvisarsi storici o moralisti. Ritengo che in questo periodo si stia gettando molto fango sulla Chiesa inutilmente. Gli errori ci sono stati, ma non per questo è 'l'arca del diavolo'. Penso che la questione scienza-fede necessiti di un approfondimento più fine che non la semplice repressione dei dissidenti in un regime dittatoriale.

ID4314 - 12/10/2010 20:30:00 - (valdo) - Libera Scienza In Libero Stato 1

Non solo siamo tra gli ultimi in Europa nelle materie scientifiche, ma quando riusciamo a formare un vero genio in genere gli mettiamo una valigia in mano e lo mandiamo a far del bene all'estero. Perche' in Italia la ricerca proprio non vuol funzionare? Per due motivi, entrambi ben radicati nella storia e nel costume nazionale. Da un lato scontiamo una cronica quanto inspiegabile paura della scienza e delle sue potenzialita', e dal caso Galileo alla battaglia contro l'analisi preimpianto degli embrioni molta responsabilita' spetta alla Chiesa e al suo vizio di dettare legge in un Paese che pure si professa laico. Dall'altro lato ci si mette lo Stato che da destra a sinistra taglia i fondi all'universita', spreca le scarse risorse, ingarbuglia le carriere accademiche senza peraltro riuscire a sottrarle ai "baroni". Cosi' mentre da ogni parte sidecanta l'importanza dell'innovazione per la crescita del Paese

ID4315 - 12/10/2010 20:38:00 - (valdo) - Libera Scienza In Libero Stato2

nei fatti chi dovrebbe produrla viene ostacolato con ogni mezzo. concorsi macchinosi, precariato a vita, stipendi da fame e, perche' no, obiezione di coscienza. Storie di ordinaria contraddizione in un sistema che cola a picco. Margherita Hack

ID4316 - 12/10/2010 23:17:00 - (davidebond) - mah...

Non sono tanto d'accordo. Io penso, semplicemente, che il nostro paese soffra di una sorta di lassismo e sia incapace di proiettarsi nel futuro. Non credo che sia un fatto cronico, perché la cultura italiana ha prodotto risultati notevoli. Ad essere sincero, fino ad un certo punto è vero che non abbiamo ricerca perché lo stato non investe (la vista corta). L'abbiamo già detto. Ma in passato, il sottoscritto si era offerto di svolgere delle ricerche gratis, ma mi hanno detto di no da più parti. Allora, mi viene da pensare che al lassismo statale corrisponda almeno una parte di quegli scienziati che non sono fuggiti all'estero. Il caso della Chieda è diverso. Qui si toccano non delle persone ma un pensiero che ha inciso nella storia occidentale e il problema fede/ragione. Senza rancore, ma non credo che ci aiutino a capire scienziati anche in gamba, ma che non sono ferrati nell'argomento. Io chiederei ad uno storico medievale.

ID4317 - 12/10/2010 23:24:28 - (davidebond) - continua

Non confondiamo le persone di Chiesa con la fede cattolica. Il rapporto ragione/fede non salta fuori solo dal rinascimento. Già nel mondo antico si discuteva del pensiero e del mito. Ed Hegel dove lo mettiamo? Io trovo triste che un personaggio come Oddifreddi abbia capito che con i suoi studi sarebbe passato alla storia di pochi; invece, basta andare in televisione, presentare il proprio CV, uscire con un'espressione sofisticata e si hanno celebrità e denaro. Gente come Oddifreddi, se veramente, hanno a cuore la cultura dovrebbero lavorare a produrla non a perdere tempo in pseudo-divulgazioni. E' molto più facile scrivere un bestseller (più o meno) dal titolo 'Perché non sono cristiano (e questo è Russell) e paricolarmente cattolico' che non 'Recursion Theory'. Insisto, io non chiedo a questi scienziati da televisione la risoluzione di problemi millenari. Io chiedo che portino avanti l'umanità secondo le loro capacità.

ID4318 - 12/10/2010 23:26:12 - (davidebond) - fine

Abbiamo già abbastanza candidati per intrannere il pubblico mediatico. Almeno loro stiano fuori. Dovendo scegliere tra assistere ad un'intervista ad Oddifreddi sul canale X, preferisco guardare 'Hamtaro, piccoli criceti, grandi avventure' o 'Heidi'.

ID4319 - 13/10/2010 08:30:00 - (macebs) - paesaggi spettrali

Nerll'oceano Pacifico, vicino alle isole Hawaii, si sono formate delle vere e proprie isole. Che, però, non sono formate da rocce, ma da frammenti di plastica (compresi i nostri) trasportati dalle correnti nel corso degli anni. Nei nostri fiumi, le buste di plastica, stanno appese agli alberi, quasi a ricordarci la nostra avidità di consumatori. Ci basta? Forse non ancora... "Quando avrete abbattuto l'ultimo albero, quando avrete pescato l'ultimo pesce, quando avrete inquinato l'ultimo fiume, allora vi accorgerete che non si può mangiare il denaro." (Toro seduto)

ID4326 - 13/10/2010 18:42:00 - (Ricard53) - Evoluzione della specie.

Cara macebs purtroppo a questo siamo arrivati, riferendomi al tuo commento mi sembra di ricordare che quella citazione attribuita a Toro Seduto, terminasse più o meno così: "e alla fine morirete sommersi dai vostri rifiuti", che la dice lunga sulla capacità visionaria dei pellerossa. A Davide mi rivolgo obiettando che nella lettera di Aldo si fa riferimento ad assolutismi incombenti e non si mette in discussione una qualsiasi fede. Per cui ben venga un dibattito su fede e scienza, ma questo non mi sembrava nelle intenzioni dello scrivente che, semmai, rilevava un uso spesso distorto delle scoperte e delle invenzioni, volto solo ad un bassissimo sfruttamento economico delle stesse.

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