30 Settembre 2010, 12.00
Garda
Turismo

Garda: «Vogliamo contare di più»

Frau: «Le Province che frammentano il bacino gardesano, pur vivendo con i soldi fiscali del territorio, sono diventate il nostro vero avversario»

 
Un assessore di riferimento e un tavolo istituzionale attorno al quale siedano, periodicamente, gli attori del turismo bresciano.
Queste le richieste che amministratori pubblici e operatori privati del lago di Garda inoltrano al presidente leghista della Provincia di Brescia, Daniele Molgora.
Dopo le vivaci proteste, con tanto di provocazioni secessioniste, mosse dal Comune di Limone, ora dall'intera sponda bresciana del Benaco si alza un coro di proteste contro la «latitanza» di Palazzo Broletto sui temi turistici.
 
Sindaci, assessori, albergatori e rappresentanti istituzionali del settore si sono riuniti questo mercoledì, in massa, proprio nel luogo dove il turismo gardesano ha lanciato in primi vagiti, lo storico Grand Hotel Gardone, per far sentire la loro voce.
La voce della Riviera dei Limoni e dei Castelli - che ha per soci 16 Comuni, 8 consorzi turistici, 400 aziende a vocazione turistica e 350 albergatori per un totale di 52mila posti letto che contano 4,7 milioni di presenze annue sugli 8,3 milioni dell'intero territorio bresciano - ma anche di molti sindaci, della Comunità Montana dell'Alto Garda e della Comunità del Garda, dell'Unione Comuni della Valtenesi, di Bresciatourism e dell'Associazione bresciana albergatori, di Garda Uno, di Asshotel Confesercenti.
 
A introdurre i lavori il sindaco limonese Chicco Risatti, nella sua veste di presidente della Riviera dei Limoni e dei Castelli, che snocciola mancanze e carenze provinciali: «Uffici informazioni distribuiti in modo non capillare, con orari inadeguati alle esigenze del turismo moderno, vedi le chiusure domenicali e le ferie concesse ai dipendenti durante la stagione vacanziera; mancanza di un programma informatico che metta in rete gli uffici; lentezze e ritardi nel comunicare i dati sulle presenze, indispensabili per una corretta programmazione (quelli del 2009 sono stati resi noti dalla Provincia il 1° aprile 2010, mentre gli operatori di Trento e Verona disponevano dei dati sulla stagione estiva già il 5 ottobre, ndr); mancanza di un assessore di riferimento con il quale confrontarsi».
 
«Così - dice Risatti - non si può andare avanti. Chiediamo solo di essere messi in grado di fare il nostro lavoro e di essere coinvolti nelle scelte di programmazione. Sono richieste chiare. Restiamo in attesa di un incontro costruttivo».
Dal dibattito innescato da Risatti emerge un lago di Garda costretto ai margini della Provincia e della Regione: «Non siamo tenuti in considerazione - dice Lorella Lavo, sindaco di Moniga e presidente dell'Unione Comuni della Valtenesi -, non solo per quanto riguarda il turismo. La Provincia ci ha dimenticato, investe solo in altri territori».
 
La condizione periferica del Benaco è ribadita da Aventino Frau, presidente della Comunità del Garda: «Addirittura - dice Frau - le Province che frammentano il bacino gardesano, pur vivendo con i soldi fiscali del territorio, sono diventate il nostro vero avversario».
Più considerazione viene sollecitata anche da Paolo Rossi, presidente di Bresciatourism: «È inconcepibile che in un momento di crisi dell'industria non si investa né si facciano progetti e infrastrutture per il turismo, oggi primaria fonte economica».
 
Il tema delle infrastrutture è sollevato anche da Mario Bocchio, presidente di Garda Uno: «L'intero lago grava per la depurazione sull'impianto di Peschiera, progettato per 350mila abitanti equivalenti, ma d'estate si supera il milione. Da anni abbiamo sollevato il problema. Servono 110 milioni per un depuratore dedicato alla riviera bresciana e l'eliminazione delle condotte sub-lacuali, ormai vecchie di 40 anni, che sono una bomba ad orologeria».
Infrastrutture in primo piano anche per quanto riguarda l'Alto Garda: viabilità e sanità sono del tutto carenti, denunciano operatori e amministratori, tra cui il presidente della Comunità Montana Righettini, i sindaci di Gargnano e Tignale.
 
Simone Bottura dal Giornale di Brescia
 
 


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