Hanno venduto la prestigiosa tenuta toscana

La Toscana sempre più bresciana. Giampietro Bosco Ghidini, industriale lumezzanese dell’ottone e dell’acciaio nonchè albergatore, ha acquistato per 21,5 milioni di euro i 700 ettari della tenuta «Cortine & Mandorli» di Montespertoli, nel cuore del Chianti del Putto a 20 chilometri da Firenze. Anche i venditori sono bresciani.

Si tratta dei 92 soci della ex Ilfo di Odolo - l’acciaieria fondata nel 1949 da Alessio Pasini la cui sede è oggi la Format della Gnutti Cirillo - che aveva in carico dagli anni Sessanta i 1.400 ettari della tenuta toscana. Tale era infatti l’estensione della proprietà, poi ridotta alla metà in seguito a successive alienazioni, scorporata dalla società siderurgica e passata direttamente ai soci quando la Ilfo venne smantellata all’inizio degli anni Novanta.

A condurre la trattativa toscana per i venditori è stato Marco Pasini, uno dei figli di Alessio e socio insieme ai fratelli Piero e Giuseppe: gli stessi che, insieme ad altri azionisti, hanno recentemente ceduto le quote detenute nella Iro di Odolo a Carlo Leali, Michele Oliva e Nicola Pasini.

Perchè un investimento nel cuore della Toscana da parte dei bresciani? Per il fatto che, nel caso di specie, si tratta di una imponente operazione fondiaria e immobiliare dalla quale, con gli oppotuni interventi, potrà scaturire un notevole business agroturistico e alberghiero, oltre che vinicolo, olivicolo e venatorio (il turismo, dopo i metalli non ferrosi e ferrosi, è il terzo core business di Bosco Ghidini).

«Cortine e Mandorli», infatti, contiene ben 40 masserie (poderi)in buona parte abitati, oltre a tre ville padronali di valore storico e una straordinaria cantina, risalente alla fine del Settecento, dove viene prodotto il locale omonimo Chianti del Putto già in distribuzione negli alberghi di Ghidini (Villa Fenaroli di Rezzato è l’ultimo della serie).

Come in analoghe realtà terriere toscane, la struttura fondiaria della «Cortine e Mandorli» è di grande pregio. Dei 700 ettari di superficie totale, 350 sono adibiti a riserva di caccia, 150 a vigneti e i restanti 200 circa a uliveti.

Alessandro Cheula
Da Giornale di Brescia

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