Torna a risplendere un crocefisso del '500

Grazie alla sensibilità dei fedeli di Anfo, della Cassa rurale di Darzo e Lodrone, della Comunità montana di Valle Sabbia e del Banco di Brescia, è stato salvato dal degrado il Crocifisso ligneo e policromo della parrocchiale dei Ss. Pietro e Paolo. L’arciprete don Angiolino Cobelli, il vicario parrocchiale don Bruno Codenotti, il parroco emerito don Francesco Inverardi, nel corso di una solenne concelebrazione, hanno inaugurato il restauro curato da Romeo Seccamani.

Il Crocifisso è molto amato dalla popolazione del paese che lo venera da cinque secoli. Secondo lo storico dell’arte Sandro Guerrini, grazie alla perizia di Romeo Seccamani, si può oggi riapprezzare il vigoroso modellato e la delicata policromia del Crocifisso di Anfo. Dopo che la polvere e le ridipinture dei secoli sono state rimosse, è venuto alla luce un importante esempio della scultura lignea dell’ultimo Cinquecento.
È possibile avanzare anche il nome dell’autore, lo scultore di origini veronesi Valentino Bolesini o Bonesini, che lasciò numerose opere nel Bresciano, a cominciare dalle statue in marmo della fontana della Pallata di Brescia, progettata dal pittore Pietro Maria Bagnatore nel 1596.

Il viso del Cristo, nobile e severamente abbandonato nell’immobilità della morte, ha i capelli raccolti in un boccolo plastico sulla spalla destra; la bocca dilatata da una smorfia che scopre i denti, la muscolatura del torace tornita e vigorosa, il perizoma corto con pieghe appiattite e privo di fiocchi e svolazzi a conferma della datazione e dell’attribuzione del prestigioso pezzo di scultura che si deve collocare sulla via che porterà il bresciano Paolo Amatore, allievo del Bolesini, a realizzare il sublime Crocifisso dell’Abbazia di Maguzzano nel 1613.

c.s. da Bresciaoggi

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