28 Aprile 2010, 07.44
Prevalle
Lettere

«La guerra? Non terminò il 25 aprile»

Il sindaco leghista di Prevalle Amilcare Ziglioli ci chiede di pubblicare il discorso da lui pronunciato in occasione della ricorrenza del 25 aprile. Fatto.

 
Un saluto a tutti da parte della Comunità e della Amministrazione Comunale di Prevalle in una giornata di ricordo di quella che fu, per gli italiani, una vera e propria guerra civile che non terminò il 25 aprile 1945 ma che si protrasse nei mesi, negli anni successivi in un’escalation di efferatezze che portarono ad infoibare nel triveneto numerosi italiani e nel resto dell’Italia del Nord ad un clima di terrore e di caccia all’uomo.
Questa fu la realtà storica, non dobbiamo nascondercelo: vicino ad una pagina fulgida di atti di eroismo, di difesa del proprio popolo e della propria terra, fu una pagina oscura di vendette, tensione e paure che durò anni.
 
Finita la guerra contro il nemico nazista continuò la guerra contro quella parte di italiani che, usciti da un progetto politico fallito che aveva portato l’Italia ad una guerra forse non voluta, si trovarono a combattere contro parenti e amici: qui fu guerra civile, qui fu guerra di un popolo.
Ma non dobbiamo certo dimenticare che i nostri nonni ed i nostri padri diedero il sangue, diedero la loro vita per liberare la loro terra dai nazisti, per affermare la loro libertà, per affermare una nuova nazione; vicino a tante vite sacrificate vi furono tante vite salvate, tanti sconosciuti atti di eroismo.
 
Come dimenticare i partigiani fucilati, come dimenticare le loro famiglie violentate ma io vi chiedo come dimenticare i fascisti o presunti tali che vennero in seguito perseguitati o uccisi dopo il 25 aprile?
La vendetta non paga mai, non è figlia di Dio!
Ed allora io vorrei che il 25 aprile sia nel contempo un giorno di ringraziamento doveroso e forte verso l’eroismo partigiano, ma anche il giorno della memoria verso chi, figlio della nostra stessa terra, ha bagnato con il proprio sangue la Patria terra non importa se partigiano o fascista!
 
Si parla tanto di integrazione con altri popoli, con altre culture ma questo sarà un percorso molto difficile se non siamo in grado di integrarci con la nostra storia passata che deve essere elemento di maturazione e di coesione, non di divisione.
La storia ci deve insegnare ad essere un popolo migliore, anche quella del 25 aprile con tutte le sue contraddizioni.
 
Amilcare Ziglioli
 


Commenti:
ID1998 - 28/04/2010 12:15:00 - (GabrieleVate) - Verità inconfutabile

Il Sindaco ha detto una verità inconfutabile e come tale da fastidio. Basti solo pensare che solo da pochi anni qualcuno, non tutti, usa il termine di guerra civile per definire quel che è accaduto in Italia fra l'8/9/43 e il 25/04/45 e oltre. Personalmente trovo sempre piuttosto ipocrita cercare dei distinguo nei fatti storici. Poi, come in tutte le guerre, tutte le parti in causa han fatto vigliaccate.

ID2000 - 28/04/2010 16:15:00 - (chiodo) - continuate a dipingerli come banditi

Facile buttare tutto in un unico calderone: fascisti, partigiani, integrazione, giornata della memoria. Mi raccomando niente distinguo. Volevo solo ricordare che la guerra terminò perchè chi prese il potere non si comportò come avevano fatto i fascisti e i nazisti. Tratto da una pagina di diario del partigiano Emi Rinaldini scritto in data 27 gennaio 1944 (Rinaldini venne fucilato dai fascisti a Belprato in data 10 febbraio 1945): «Ho capito questa sera che il nemico non va odiato, che il brigante politico sia fascista o nazista, anche se verrà giudicato secondo giustizia, avrà pur diritto da parte dei cristiani alla sua parte di misericordia. Si giustizia sarà fatta anche dagli uomini, ma sopra questo dovrà trionfare la misericordia, altrimenti se ci lasceremo corrodere dall'odio e dalla vendetta, la catena non si spezzerà più». Emiliano Rinaldini. Meditate gente e occhio a chi vuole riscrivere la storia a modo suo e per i propri interessi.

ID2001 - 28/04/2010 16:52:00 - (GabrieleVate) - Appunto

Proprio come dici tu caro CHIODO "occhio a chi vuole riscrivere la storia a modo suo e per i propri interessi" la storia OBIETTIVA non si commenta con le pagine del diario di un partigiano e non ci si appella alla carità cristiana vestendosi di bianco candor. La Storia si analizza per i fatti che sono stati non per i singoli accadimenti. Ma si sa, voi sinistri per oltre 40 anni avete dettato la vostra storia e capisco sia dura accettare la cruda verità. Cmq visto che ti piace leggere rileggiti Cesare Pavese (che non era un noto fascistone) nella "La casa in collina" nel dialogo fra un capo partigiano e il protagonista: "ora finiamo questi (i fascisti) e poi toccherà a quegli altri (le fiamme verdi)" - (ho fatto una sintesi del dialogo ma se lo cerchi lo troverai.

ID2002 - 28/04/2010 16:59:00 - (mana) -

Onore infinito ai partigiani, a coloro che sono stati mandati in guerra e al loro ritorno hanno deciso di continuare a combattere, per non far provare alle generazioni future quello che loro stavano provando. Se sono vite umane, il prezzo che si deve pagare per potere cambiare le cose, ben venga. Loro lo sapevano e sono stati i primi a mettere a repentaglio la propria esistenza. Invece stava comodo, il fascista, adagiato sugli allori, che se non fosse stato costretto non avrebbe alzato nemmeno un dito...

ID2003 - 29/04/2010 01:00:00 - (chiodo) - appunto 1

Grazie ma leggo quello che voglio. mi è rimasta almeno questa libertà o dopo Pavese mi vorrai far rileggere qualcosa d'altro. Coi tempi che corrono... A quanto mi risulta la storia è fatta da singoli accadimenti che non sono altro che fatti che sono stati. ma sai siete bravi a giocare con le parole e a girarle a vostro piacimento. Ma vuoi vedere che tra non molto ci racconterete che sono stati i fascisti a liberare l'Italia!

ID2006 - 29/04/2010 08:04:37 - (assenzio) - Stronzate signor sindaco!

Dopo 65 anni mi pare doveroso e giusto avere pietà per i morti dell'una e dell'altra parte. Tanto più che le testimonianze dell'epoca ci raccontano che questo fu il sentire anche della stragrande maggioranza dei partigiani che finalmente quel 25 d'aprile ebbero la possibilità di scendere dalle montagne e di tornare a vivere da uomini liberi. Questo non toglie che da una parte sono morti per gli ideali di libertà che oggi fanno parte del nostro patrimonio, dall'altra per perpetrare un regime dittatoriale e tirannico. I primi furono dalla parte della ragione, gli altri avevano torto. Nessun revisionismo potrà mai confutare questa storica verità.

ID2020 - 29/04/2010 10:50:00 - (www.villanuovanuova.net) - Il giusto e lo sbagliato

Che dire.... tutti gli anni siamo qui a discuterne... all'epoca qualcuno si trovava dalla parte della ragione, altri dalla parte del torto. Sono stati commessi atti efferati e condannabili dopo il ventennio.... ma soprattutto DURANTE il ventennio. Il fascismo è stato per l' Italia senza ombra di dubbio il peggio che le poteva capitare. A mio parere, quello che è successo dopo era prevedibile, previsto ed ovvio anche dai liberatori americani, semplicemente in Italia non è successo (almeno su larga scala) quello che è successo in Germania. Non abbiamo avuto una Norimberga italiana insomma. Questo perché l'Italia è sempre stata in una posizione strategica nel mediterraneo e non conveniva creare spaccature insanabili con il blocco filo/sovietico. Ma le cose sono più complesse di così... come al solito. Resta da dire che è sbagliato confondere chi repubblichino difendeva una dittatura e chi combatteva per la libertà. E

ID2044 - 29/04/2010 21:41:00 - (nic) - nic

Lo avrai camerata Kesserling il monumento che pretendi da noi italiani ma con che pietra si costruirà a deciderlo tocca a noi. Non con i sassi affumicati dei borghi inermi straziati dal tuo sterminio, non con la terra dei cimiteri dove i nostri compagni giovinetti riposano in serenità, non con la neve inviolata delle montagne che per due inverni ti sfidarono, non con la primavera di queste valli che ti vide fuggire, ma soltanto con il silenzio dei torturati più duro d'ogni macigno. Soltanto con la roccia di questo patto giurato fra uomini liberi che volontari si adunarono, per dignità non per odio, decisi a riscattare la vergogna e il terrore del mondo su queste strade. Se vorrai tornare ai nostri posti ci ritroverai morti e vivi con lo stesso impegno, popolo serrato intorno al monumento che si chiama ora e sempre Resistenza.

ID2074 - 01/05/2010 19:17:00 - (angelax) - Un' insegnante di lettere

Leggo con un certo sconcerto il discorso tenuto dal sindaco in occasione del 25 aprile e, se possibile, mi lasciano ancora più perplessa i commenti di alcuni lettori. Mi permetto dunque di muovere un paio di critiche in merito all’utilizzo della lingua italiana, nonché alla strumentalizzazione dei fatti storici. In primo luogo vorrei ricordare al sindaco che l’uso dei congiuntivi non è un’opinione, né tanto meno quello della punteggiatura; o, forse, accecati dall’idolatria del dialetto, i leghisti hanno in spregio la lingua nazionale? La seconda considerazione è: perché scomodare Dio chiamandolo in causa nelle scaramucce umane? Capisco che gli artisti della bassa retorica non si facciano alcuno scrupolo e che per loro ogni mezzo sia lecito, pur di ottenere il plauso o il consenso; però sorge spontanea una domanda: se la vendetta partigiana non è figlia di Dio, l’Olocausto allora cosa sarebbe? E le

ID2075 - 01/05/2010 19:19:00 - (angelax) - Un' insegnante di lettere

(...continua)... e le purghe fasciste? Ah, già, dimenticavo… recentemente qualcuno ha detto che in fondo Mussolini era una persona democratica, giacché gli oppositori politici venivano semplicemente mandati “in vacanza”! Concludendo, faccio presente che il concetto di “historia” quale “magistra vitae” è storiograficamente superato da almeno un secolo; è però ovvio che qualcuno non ne sia a conoscenza e la cosa non stupisce, trattandosi degli stessi soggetti ancora pronti a riesumare “carrocci medioevali”.

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