21 Marzo 2007, 00.00
Valsabbia - C
Lega Nord

Sospensione per 6 esponenti valsabbini

Questo č un periodo di tensioni piuttosto forti per la Lega nord; di problemi con gli alleati e interni al movimento. Lo dimostra anche un provvedimento in qualche modo «atteso» che interessa direttamente la Valsabbia.

Questo è un periodo di tensioni piuttosto forti per la Lega nord; di problemi con gli alleati e interni al movimento.
Lo dimostra anche un provvedimento in qualche modo «atteso» che interessa direttamente la Valsabbia. Sugli esponenti locali del partito, o meglio su quelli che lo rappresentano nella maggioranza che governa la Comunità montana, è calata la «scure» della segreteria provinciale.

Tutto, lo ricordiamo, ha avuto inizio con la mozione di censura presentata proprio dalla Lega nord all’ente comprensoriale a proposito del «caso Sabbio». Un documento con cui si deliberava di «esprimere una netta e ferma condanna dell’operato del presidente comunitario, Ermano Pasini», il quale avrebbe dovuto provvedere ufficialmente, per iscritto, a sconfessare il «sì» pronunciato in Regione a proposito della progettata miniera di sali magnesiaci di monte Acuto.

Per gli otto rappresentanti del Carroccio che siedono (o meglio sedevano) nel palazzo di Nozza l’ordine era preciso: nel caso in cui non fosse stata accettata la mozione avrebbero dovuto abbandonare la seduta dell’assemblea comunitaria, «spaccando» così la maggioranza.
Ma i consiglieri leghisti (con l’eccezione di Giovanni Mantovani) hanno deciso di non rispettare gli ordini di scuderia e di scegliere una strada diversa: hanno accettato la trasformazione della censura in ordine del giorno, e hanno dato il loro voto voto positivo al bilancio dell’ente.

Prevedibilmente, la decisione dei sette «dissidenti» non è andata giù a Stefano Borghesi, a capo della segreteria provinciale, e al direttivo della stessa, di cui fino a ieri faceva parte anche Giovanni Maria Flocchini, a capo del gruppo dei leghisti ribelli. E in una riunione tenutasi lunedì sera, il direttivo al completo, 18 membri, ha votato la «punizione» con 15 voti a favore e tre contrari: sospensione per sei mesi, con decorrenza immediata, dal partito, col divieto di partecipare a qualsiasi manifestazione politica, di accedere alle sedi della Lega e di partecipare all’attività della sezione di appartenenza. Per Flocchini poi, la sospensione significa anche la decadenza da membro del direttivo provinciale.
Il segretario leghista di circoscrizione, Floriano Massardi, interpellato sulla questione ha scelto di non rilasciare dichiarazioni. Così come Flocchini: «Preferisco non esprimermi; ci limitiamo a prendere atto del provvedimento».

In sintesi, adesso i sette, pur rimanendo legittimamente in Comunità montana (anche con la gestione di due assessorati), saranno costretti a cambiare nome. «Non potremo più essere esponenti della Lega nord? Ci sceglieremo un nome diverso. Intanto - dicono - continueremo a fare il nostro lavoro in Comunità montana nelle fila della maggioranza».
In pratica il gruppo del Carroccio cesserà di esistere, perchè a rappresentare ufficialmente il partito è rimasto solamente Mantovani.

Massimo Pasinetti
Da Bresciaoggi


Sei mesi di sospensione, che nel regolamento interno al partito significano divieto di accesso alle sedi, di candidarsi o di partecipare alle elezioni interne, in sostanza fino a settembre è come se non facciano parte della Lega Nord. Il provvedimento è stato adottato nella serata di lunedì scorso dal Consiglio provinciale del Carroccio nei confronti di sei dei sette rappresentanti della Lega Nord in seno alla Comunità montana.

Fra questi l’ex consigliere regionale Giovanmaria Flocchini, che è stato dichiarato anche decaduto dall’incarico che assumeva all’interno dello stesso direttivo provinciale, e il vicepresidente della Comunità montana Giorgio Bontempi. Il provvedimento disciplinare, che non modifica in alcun modo gli equilibri interni alla Comunità montana valsabbina, è dovuto alla posizione assunta dai “dissidenti” nell’ambito della vicenda della miniera di sali magnesiaci di Monte Acuto a Sabbio Chiese.

Nella stessa riunione è state decisa anche la “secessione” all’interno della Circoscrizione valsabbina: da Sabbio a Bagolino se ne occuperanno i vestonsi, scendendo fino a Rezzato gli altri. Perchè quest'ultima decisione possa divenire "operativa" servirà però un "passaggio" decisionale a livello nazionae.
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Ubaldo Vallini


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