I dati dell’Indagine congiunturale mensile del Centro Studi AIB rilevano una leggera flessione della produzione, con prospettive favorevoli a breve termine.
I dati dell’Indagine congiunturale mensile del Centro Studi AIB Cala leggermente la produzione industriale in gennaio Le prospettive a breve termine risultano tuttavia favorevoli
Nel mese di gennaio la produzione industriale bresciana ha segnato una leggera flessione dovuta sia alla debolezza e instabilità della ripresa in atto, sia all’interruzione dell’attività durante le feste natalizie e di capodanno che è stata più lunga degli altri anni.
È fuori di dubbio, comunque, la difficoltà dell’economia provinciale ad agganciare l’avvio della ripresa, che, invece, è in atto a livello internazionale.
Le caratteristiche del nostro modello di produzione, focalizzato su beni intermedi e di investimento, la cui domanda è sfasata di qualche mese rispetto a quella dei beni di consumo, sono la causa principale di tale ritardo.
Le difficoltà che ancora incontrano le aziende bresciane ad uscire dalla crisi trovano conferma anche nell’andamento della Cassa Integrazione Guadagni: nel mese di gennaio le ore autorizzate sono state oltre 7 milioni, in aumento del 290% rispetto allo stesso mese del 2009.
Tuttavia le previsioni a breve sono abbastanza ottimistiche, confortate anche dal deprezzamento dell’euro nei confronti del dollaro, che rende più competitive le merci italiane rispetto ai competitori dell’area dollaro.
Queste, in sintesi, le indicazioni che emergono dall’indagine congiunturale mensile condotta dal Centro Studi dell’AIB su un campione di 250 imprese associate.
Ritornando ai dati di gennaio, secondo quanto viene indicato da Aib, la produzione è aumentata nei settori “calzaturiero”, “carta e stampa”, “metallurgico e siderurgico” e “tessile”; non ha subito variazioni nel settore “chimico, gomma e plastica”, è diminuita su valori intorno alla media nei settori “materiali da costruzione ed estrattive” e “meccanica tradizionale e mezzi di trasporto”; ha subito flessioni consistenti invece nei comparti “abbigliamento”, “agroalimentare e caseario”, “legno e mobilio”, “maglie e calze”, “meccanica di precisione e apparecchiature elettriche”.
L’andamento dell’attività produttiva per classi dimensionali di imprese ha evidenziato dinamiche piuttosto eterogenee: variazioni positive della produzione si segnalano per le imprese micro, medio-piccole e grandi; limitate diminuzione dell’attività produttiva si segnalano invece nelle imprese piccole e maggiori.
La produzione in gennaio è aumentata per 23 imprese su 100 (12 nel mese di dicembre 2009), non è variata per 43 (33) e diminuita per 34 (55). Le imprese soddisfatte dei propri livelli di attività, in rapporto alla potenzialità aziendale, sono il 4% e quelle insoddisfatte il 57%.
L’utilizzo degli impianti riflette l’andamento dell’attività produttiva, con una quota del 22% di imprese che dichiara di averlo aumentato, del 46% di quelle che non lo hanno variato e del 32% di quelle che lo hanno diminuito. Il livello di utilizzo della capacità produttiva, rispetto al potenziale, è giudicato alto dal 4% delle aziende, basso dal 59% e normale dal 37%.
Le vendite sul mercato nazionale sono cresciute per il 24% delle imprese, non sono variate per il 35% e sono diminuite per il 41%.
Le vendite verso i Paesi UE sono aumentate per il 22% delle aziende, rimaste invariate per il 47% e diminuite per il 31%; quelle verso i Paesi extra UE hanno subito variazioni positive per il 13% del campione, negative per il 30%, mentre per il 53% non sono variate.
Le giacenze di prodotti finiti risultano adeguate alle esigenze per l’80% delle imprese, alte per il 12% e basse per l’8%.
Le scorte di materie prime risultano normali per l’83% delle aziende, alte per il 7% e basse per il 10%.
La manodopera è rimasta invariata per il 75%, aumentata per il 2% e diminuita per il 23%.
Le prospettive a breve termine sono per un lieve miglioramento dei livelli produttivi: il 23% delle imprese prevede di aumentare la produzione, l’11% di diminuirla e il 66% di mantenerla stabile.
L’utilizzo degli impianti è previsto in aumento dal 24% delle aziende, in diminuzione dal 15% e stabile dal 61%.
Gli ordini dal mercato interno sono previsti in aumento dal 23% delle aziende, stabili dal 63% e in diminuzione dal 14%.
Gli ordini dai Paesi dell’UE sono attesi in crescita dal 13% delle aziende, stabili dal 75% e in calo dal 12%.
Gli ordini dai Paesi extra UE sono previsti in aumento dal 16% delle imprese, stazionari dal 70% e in diminuzione dal 14%.
La manodopera è prevista stabile dall’81% delle aziende, in aumento dal 5% e in diminuzione dal 14%.
Fonte: Centro studi Aib
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