28 Gennaio 2010, 20.40
Sabbio Chiese
Inquinamento

Fusti abbandonati, il Comune paga.

Quattordici fusti da 200 litri ciscuno di materiale "speciale" abbandonati in riva al fiume a Sabbio Chiese. Fenomeno inquietante.

 
Si tratta dell'ennesimo caso di inquinamento nel centro della Valsabbia; soltanto pochi mesi fa, nel mese di luglio, lungo la strada che collega la frazione Clibbio con il capoluogo ignoti avevano scaricato una notevole quantità di pneumatici, in una piazzola sulla sponda destra del fiume.
Ma ora ecco un secondo, più grave episodio, accaduto tra fine ottobre ed inizio novembre, tenuto nascosto per favorire le indagini.
 
E' accaduto in zona Pavone, all’altezza dell’area ex serra, sfruttando una stradina sterrata che entra al cantiere dove sono in costruzione delle abitazioni: sono stati trovati 14 fusti di colore rosso e blu da 200 litri cadauno contenenti (lo si è scoperto poi, dalle analisi) residui sia di pasta abrasiva che della pulitura dei metalli, materiali che sono stati classificati come «rifiuto inorganico contenente sostanze pericolose».
 
Successivamente, in seguito all'analisi il rifiuto è divenuto «speciale non tossico nocivo» da smaltire in discariche per rifiuti non pericolosi.
«La segnalazione - spiega Onorio Luscia, assessore ad Ambiente ed ecologia - ci è giunta da un cittadino che si trovava a passeggiare da quelle parti. Subito siamo intervenuti per una verifica, dopodichè abbiamo affidato a Vallesabbia Servizi, azienda di Agnosine, il compito di analizzare il materiale e poi di smaltirlo».
 
Il tutto, costato qualche migliaio di euro, se lo è dovuto accollare il Comune, che sicuramente si rivarrà sul colpevole, appena lo scoprirà e lungaggini giudiziarie permettendo, visto che spesso a fronte di un immediato esborso del Comune si dilatano a dismisura quando si tratta di ottenere il risarcimento.
Un episodio, questo, che avrebbe potuto portare causare anche gravi danni per l’ambiente di Sabbio, soprattutto se il materiale fosse finito nel fiume: «Per fortuna non si è verificata alcuna uscita di materiale dai fusti. Ma l’atto di grave inciviltà rimane, e faremo di tutto per punirlo, consapevoli che un simile agire finisce per ripercuotersi sulla salute di tutti noi e su quella dei nostri figli».
 
Le indagini, che per ora non hanno condotto all’individuazione del colpevole, ma l’assessore lancia un appello: «Chiunque veda compiere atti di questo genere, non esiti un secondo a denunciare l’autore. Oggi c’è bisogno non di cieco sviluppo, ma piuttosto di progresso sostenibile. Nell’interesse e per la salute di tutti».
 
Massimo Pasinetti da Bresciaoggi


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