Una Stella “rinnovata”

Sarà che geograficamente Vallio si trova in una valle a sé e un po’ ai margini rispetto al centro della Valle Sabbia, probabilmente per questo la tradizione del canto della Stella risulta un po’ diversa dal resto della valle.

Una tradizione che è stata recuperata negli anni Settanta da un gruppo di giovani di allora, amanti del canto corale.
Questo gruppo aveva cominciato a cantare la “Pastorella” la vigilia di Natale, poi Remigio Bondoni lanciò l’idea di recuperare il canto della Stella. Con Enrico Nolli e Pietro Ferandi (Pierì) compirono un lavoro di ricerca presso gli anziani del paese per ricomporre il canto in uso a Vallio: “La Stella misteriosa”.
Fino al secondo dopoguerra era questo il canto in uso a Vallio. I più anziani ricordano un gruppo di uomini che cantavano la Stella trascinando su un carrettino un stella e una damigiana dove finivano tutte le donazioni di vino.

Il gruppo valliese, dagli anni Ottanta in avanti, ha poi portato un rinnovamento alla tradizione, ideando altri cinque canti, quattro nel dialetto locale e una pastorella in italiano, elaborati anche con l’ausilio di musicisti locali e non: “Che ciar che fa chela stela”, “Go vist ena stela”, “’Na stela per noter”, “L’è Nadal” e “La pastorella”. Un settimo canto è ora “in cantiere”, un vero e proprio “Inno alla Stella”.
Rispetto ad altri gruppi che ripetono un solo canto, il gruppo valliese ha quindi un repertorio più ampio.
L’appuntamento anche per loro è come sempre alla sera del 5 gennaio, vigilia dell’Epifania.

Nelle foto, di Diego Ferrari, il gruppo della Stella di Vallio Terme

Vedi anche