La Mostra fotografica tratta dall’archivio della fotografa Noah Ringart rester aperta al pubblico fino al 3 gennaio.
La terza edizione del Filmfestival del Garda ha completato l’omaggio a Marlene Dietrich con una mostra fotografica dedicata all’archivio Noah Ringart: in 50 immagini emergono i due aspetti essenziali della grande artista tedesca, le due facce di un mondo con il quale ha dovuto confrontarsi la sua personalità umana prima che artistica.
D’un canto la calata delle tenebre naziste che da subito rifiutò e dall’altro la vita fatta di amori, amicizie e incontri con le personalità del mondo teatrale e cinematografico tedesco e americano in compagnia del quale la Dietrich attraversò gli anni che sconvolsero l’Europa.Gli scatti di diversi formati sono stati scansionati e ingranditi per migliorarne la leggibilità. Molteplici i volti e le situazioni raffigurate, la maggior parte delle quali ritrovano nella vita della Dietrich un posto preciso nella galleria delle sue frequentazioni a cominciare dal pigmalione Joseph von Sternberg per proseguire con Gary Cooper o Maurice Chevalier e ancora, tra le altre, Leni Riefenstahl e le grandi dive di Hollywood Greta Garbo, Bette Davis e Joan Crawford. Non mancano le cupe immagini delle adunate naziste, immagini marziali e implacabili che si contrappongono con feroce nettezza alle luci della ribalta. Noah Ringart nasce nel 1898 a Lodz, la seconda città polacca per popolazione posta al centro esatto del paese: il vasto ghetto che ancora occupa la parte nord dell’abitato ricorda l’importante comunità ebraica che da secoli vive a Lodz e alla quale la famiglia Ringart, di origini russe, apparteneva. Giovanissimo, Noah lascia clandestinamente la Polonia e arriva a Danzica che, dal 1919 era un protettorato sotto il controllo della Società delle Nazioni. Sperava di intraprendervi studi di economia ma, costretto a guadagnarsi da vivere lavora inizialmente in una libreria e si avvicina piano piano al mondo della fotografia. Fortemente miope e circondato da amici che egli reputa molto più dotati decide di lavorare per loro come agente presso diverse agenzie fotografiche. Tra gli anni Venti e Trenta viaggia molto, soggiorna lungamente ma senza fortuna in Palestina per poi seguire la “corrente” che lo porta, come molti, a Berlino che in quegli anni attraeva forze intellettuali e artistiche da tutto l’Est Europa: fa parte, senza alcuna appartenenza politica ufficiale, di una gioiosa compagine libertaria di sinistra che anima la città tra le due guerre. A Berlino conosce e inizia a collaborare con il famoso Umbo (Otto Umbehr, 1902-1980) già allievo della Bauhaus e celebre per le sue inquadrature antiprospettiche e il fondamentale gioco di ombre nelle immagini di Berlino ripresa dall’alto. Le parole di Marlene Ich hab noch ein Koffer in Berlin danno voce nella sua memoria alla nostalgia: assiste alla prima dell’ Opera da tre soldi di Brecht/Weil e scopre l’Angelo azzurro che esercita sul giovane uomo un’attrazione magnetica che diverrà profonda stima per le posizioni assunte dalla Dietrich nei confronti del regime nazista e che la portò, come lui, ad un volontario esilio. Ringart si reca spesso a Parigi per conto di alcune agenzie tra cui Dephot per la quale Robert Capa lavora come assistente in camera oscura e impara a maneggiare i nuovi e più veloci apparecchi fotografici che permettono di catturare ambienti poco illuminati o corpi in movimento ovvero soggetti che perfettamente si adattano al nascente fotogiornalismo. Noah Ringart rimane nascosto nei pressi di Parigi per tutta la guerra, al termine della quale ritrova per caso l’amico Capa che in quegli anni con William Vandivert, George Rodger, David “Chim” Seymour e Henri Cartier-Bresson sta fondando l’agenzia autogestita Magnum Photo; Noah Ringart ne diventa così l’archivista, oltre la morte di Capa (1954) e fino alla propria, avvenuta a Parigi nel 1970.
La mostra è visitabile presso la “Fondazione Cominelli”, in via Santabona 9, a Cisano di San Felice del Benaco, con i seguenti giorni e orari di apertura: sabato 19 e domenica 20 dicembre, domenica 27 dicembre, sabato 2 e domenica 3 gennaio, sempre dalle ore 16 alle 18.
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