25 Novembre 2009, 07.26
Bagolino
AssComiConf

«Pronti all'esposto»

di Ubaldo Vallini

Sulla questione della centrale idroelettrica sul fiume Caffaro, interviene anche l'AssComiConf, pronta a dare battaglia in nome delle decine di Comuni di montagna che si trovano nella stessa situazione.

 
La querelle fra la società di servizi A2A e l’amministrazione comunale di Bagolino, con la prima che in virtù di un datato progetto intende realizzare una nuova centrale elettrica sul torrente Caffaro e la seconda che invece si è messa di traverso intenzionata a rivedere tutta la faccenda, è destinata a fare scuola.
Il caso bagosso, infatti, finirà questo giovedì al Dipartimento per gli Affari regionali, direttamente sul tavolo del ministro Raffaele Fitto.
 
A proporlo la delegazione dei sindaci dell’AssComiConf in occasione di uno dei viaggi romani che mirano a ripristinare quei fondi “di solidarietà” promessi e poi ritirati ai Comuni di confine.
“E’ ora di finirla che in virtù di una legge anacronistica, le società private come A2A abbiano la precedenza sulle amministrazioni pubbliche sullo sfruttamento delle acque a fini idroelettrici, laddove hanno già presentato dei progetti cioè in pratica ovunque – afferma Marco Scalvini, ex sindaco bagosso e presidente dell’AssComiConf, che su questa materia sta lavorando da tempo -. Per la sola provincia di Brescia si tratta di 40 possibili centrali elettriche che potrebbero essere realizzate col criterio di chi ha cuore l’ambiente perché ci vive, col vantaggio che porterebbero beneficio direttamemte alla popolazione locale, come è successo nel caso della centrale fatta costruire dal Comune di Lavenone sull’Abbioccolo”.
 
“A Roma mi aspetto la dovuta sensibilità, perché quel genere di esclusiva a tutto vantaggio di società che hanno a cuore esclusivamente la resa economica, oltre che essere profondamente ingiusta, ci pare anche illegale in quanto viola i principi della libera concorrenza – aggiunge Scalvini -. Si tratta di qualche cosa che ricorda tanto lo «jus primae noctis» di medievale memoria: a Bagolino ne sappiamo qualche cosa perché vollero imporcelo i Lodrone. Se è ancora così ci provino, poi vedremo cosa si troveranno nel letto”.
 
“Tanto per cominciare, se non saremo soddisfatti delle risposte, come AssComiConf ed in rappresentanza di 440 Comuni di tutto il Nord d’Italia siamo pronti ad un esposto alla Procura e alla Corte dei Conti e a costituirci parte civile chiedendo i danni a chiunque abbia responsabilità in merito a queste scelte scellerate. I funzionari ed i politici di riferimento, dello Stato o regionali che siano, sono avvisati: se non garantiranno l’interesse pubblico finiranno col risponderne personalmente e in solido”.


Commenti:
ID1106 - 25/11/2009 09:06:00 - (Ricard53) - Ricard53

Bravo Marco siamo tutti con te.

ID1110 - 26/11/2009 15:32:00 - (Gino49) - chi è stato scottato con l'acqua calda teme in futuro anche quella fredda

A Bagolino c'è ancora chi si ricorda di quando agli inizi degli anni sessanta durante la realizzazione della galleria che da Dazarè porta l'acqua fino in quel di Lodrone, SPARIRONO per sempre delle sorgenti nelle montagne a Nord di Bagolino per il fatto che i lavori di traforo le avevano intercettate, nessuno fu risarcito, allora non si usava, oppure perchè i pochi montanari allevatori danneggiati e mazziati non ricevettero alcun appoggio da quelle che erano le istituzioni. Ora chiedere ai bagossi di rinunciare a un'altra fetta di paesaggio pregiato, come un ruscello che dopo non scorrerà più nel fondovalle come avveniva da secoli è vissuta dagli abitanti dei luoghi come un fatto ingiusto e doloroso, eppure la popolazione non è pregiudizievolmente contraria alla realizzazione di un'opera, purchè condivisa anche da chi vive e intende continuare a vivere in quella valle

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