19 Novembre 2009, 08.01
Pertica Alta
Lettere

Ma dov'è finita la Pertica Alta?

«Un Comune che non č piů in Italia? La domanda puň sembrare strana, ma il succedersi d’alcuni segnali puň indurre a pensare che Pertica Alta non faccia parte della nazione italiana»

 
L’ultima avvisaglia in ordine di tempo riguarda la giornata del 4 Novembre caduta nell’oblio totale se non fosse per l’interesse del locale Gruppo alpini di Livemmo e di privati cittadini di Belprato che hanno posto una bandiera al monumento ai Caduti dei rispettivi paesi.
L’11 ottobre giornata a ricordo dei Caduti partigiani svoltasi presso il Santuario di Barbaine erano presenti Sindaci di vari Comuni, ognuno con la propria fascia tricolore, tutti tranne uno, il Sindaco di Pertica Alta.
Il 21 settembre 2009, giorno di lutto nazionale per la morte in un vile attentato dei nostri soldati in Afghanistan, le bandiere degli edifici pubblici del Comune non erano a mezz’asta e nemmeno listate a lutto.
Il giorno 10 ottobre 2009, altra giornata di lutto nazionale per le povere vittime dell’alluvione di Messina, le bandiere sventolavano tranquillamente in cima all’asta.
 
Viene da chiedersi per quale motivo questi nostri morti italiani non sono rispettati ed onorati, perché le istituzioni non sono rispettate.
Geograficamente Pertica Alta è in Italia, nessun referendum è stato proposto, fatto e passato per avere l’annessione ad un altro Stato o l’indipendenza da quello italiano e nessuna legge nazionale è stata emanata per staccarci dal resto dello Stivale.
Se legislativamente non è successo nulla di nuovo, perché?
 
Impossibile attribuire quanto sopra alla mancanza d’informazione, tutti gli organi preposti ne hanno parlato per giorni ed anche la Prefettura avrà inviato missive al riguardo.
E allora? Facciamo un passo indietro, a giugno di quest’anno.
 
Al Consiglio comunale d’insediamento del nuovo sindaco, sig. Flocchini Giovanmaria militante della Lega Nord, questi pronunciava le seguenti parole: «Giuro sulla Costituzione Italiana perché la legge me lo impone, sono obbligato».
Ecco forse svelato il mistero, la nostra Costituzione è italiana, se non si riconosce la legittimità della Costituzione, non si riconosce nemmeno quella dell’Italia.
 
A supporto di ciò è tristemente visibile l’assenza della fotografia del Presidente della Repubblica dall’ufficio del Sindaco ed anche quella delle bandiere europea, italiana e del comune.
Quanti morti, anche sulle nostre montagne, per difendere quest’Italia e la nostra libertà e per poter avere poi una Costituzione che la garantisse.
Troppo spesso dimentichiamo il sacrificio di migliaia di persone morte perché credevano nell’Italia unita e che di questo ideale hanno fatto la loro ragione di vita ed anche di morte, per consegnarci il Paese democratico nel quale fortunatamente viviamo.
Non fingiamo di onorare i caduti con cerimonie commemorative, quando invece non facciamo lo stesso per la causa per la quale sono morti.
 
Siamo fieri d’essere italiani e di appartenere a questo nostro Paese, è il primo e miglior modo per omaggiare coloro i quali si sono sacrificati per la nostra libertà. Indipendentemente dalle diverse ideologie politiche ed appartenenze partitiche, il rispetto per il nostro Paese, chi lo abita e per le sue istituzioni deve essere sempre presente e comune a tutti.
Poniamo l’accento su questi aspetti, solo in apparenza esteriori e formali perché esprimono, a nostro avviso, un tipo d’approccio istituzionale eccessivamente superficiale che, auspichiamo non sia esteso anche agli aspetti più sostanziali dell’attività politico-amministrativa del nostro Comune.
 
Nadia Castelli
Gruppo «In cammino per Pertica Alta»


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