Come oggi, vent’anni fa cadeva il muro di Berlino, simbolo della divisione del mondo in due blocchi frutto della guerra fredda
Il ventennale della caduta del muro di Berlino è stata l’occasione per ricordare quel giorno che ha cambiato le sorti del mondo. Una data storica, che ha mutato sistemi economi, politici, culturali, e confini di Stati.
Basta confrontare la cartina politica dell’Europa di allora con quella di oggi per vedere come la situazione sia cambiata. Innanzitutto la Germania è diventata una nazione unica e il popolo tedesco, rimasto diviso per 28 anni, si è potuto riunire in un unico Stato, e Berlino ne è diventata la capitale. L’Unione Sovietica non esiste più, come pure la Cecoslovacchia, divisa in Repubblica Ceca e Slovacchia. Per non parlare di tutti gli Stati sorti con la disgregazione della Jugoslavia.
Per i tanti mutamenti sembra passato un secolo, non solo vent’anni.
Sono state molte le occasioni nei giorni scorsi per ricordare questo evento: i mass media hanno offerto riflessioni su questo evento.
Innanzitutto va ricordato che il crollo del muro di Berlino ha rappresentato il crollo del comunismo, e delle nazioni che venivano governate col “socialismo reale”, un’ideologia politica e un sistema economico che non ha retto alla mancanza di libertà. L’Europa divisa in due da allora ha subito un cambiamento, seppur lente verso l’integrazione Europea, da molti considerato ancora insufficiente, comunque inesorabile.
Ma gli slanci positivi, il carico di speranza provocato dal crollo di muro di Berlino, con la fine della divisione in due blocchi del mondo, ha lasciato presto il passo a vicende che hanno segnato nel profondo la storia recente del vecchio continente.
Le tensioni nazionaliste e le diverse problematiche regionali, rimaste congelate con la guerra fredda, sono venute alla luce e scatenato nuovi conflitti, basti pensare alla guerra nei Balcani e, dopo la disgregazione dell’Unione Sovietica, altri conflitti in quella regione, fra tutte la Cecenia.
Anche in Italia le ripercussioni politiche non sono mancate, con la fine di partiti politici e la nascita di altri che hanno portato alla cosiddetta seconda repubblica.
Sebbene quel muro sia crollato vent’anni fa, quell’anelito alla libertà, alla giustizia e alla democrazia risulta incompiuto in molte parti del mondo.
Ancora oggi ci sono molti muri da abbattere: oppressioni politiche che negano la libertà ai popoli, regimi totalitari che sottomettono più di un miliardo di uomini e donne, negazione e mortificazione della naturale libertà del cittadino.
Per questo la legge n. 61/2005 ha dichiarato il 9 novembre “Giorno della libertà” per riflettere sul valore della democrazia e della libertà, evidenziando gli effetti nefasti dei totalitarismi passati e presenti.
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