Dal Pdl parte l’attacco al Pgt

Il percorso ma soprattutto i contenuti del nuovo Piano di governo del territorio di Vobarno sono al centro di un articolato attacco della minoranza consiliare. Che esordisce senza mezzi termini affermando che «non c’è alcuna seria progettazione, nascono case tra i capannoni e capannoni tra le case. E a contorno assistiamo a una cattiva gestione dei fondi pubblici». Lo sostengono Paolo Pavoni, capogruppo del Pdl, e Giuseppe Lancini, già candidato sindaco. «In questi primi mesi della nuova amministrazione - continuano - il Pgt non ha ricevuto alcuna pubblicità. Ci è stato praticamente chiesto di approvare lo strumento urbanistico a scatola chiusa e senza nessun incontro; tranne uno con i progettisti prima delle elezioni. Era invece giusto coinvolgere le parti in causa e i cittadini: non dimentichiamo che il Pgt non è di destra o di sinistra».

Cosa non va? «Non c’è una pianificazione seria, e abitativo e produttivo si mescolano in modo confuso, e non c’è un’idea chiara su edilizia scolastica e pubblica. Nei centri storici manca la pianificazione, e per esempio non si prevede il recupero dei sottotetti e non ci sono incentivi alla ristrutturazione. Inoltre, anche in campo viabilistico non ci sono previsioni serie».

Un esempio, secondo Pavoni e Lancini, è dato dall’uscita sul torrente Agna dalla strada della Degagna; uno svincolo caotico e pericoloso».
Voi cosa vorreste? «Prima di tutto vorremmo avere un progetto complessivo da portare avanti, anche se poi la realizzazione dovesse avvenire a stralci. Poi, crediamo molto nel polo scolastico al centro del paese, e finora chi amministra ha solo perso occasioni. Sappiamo bene che di soldi non ce ne sono, ma bisogna anche saper andare a prenderli. Invece Vobarno destina il 75% degli oneri di urbanizzazione alla spesa corrente, quando solo alcuni anni fa eravamo al 37%».

Dall’urbanistica alla politica sociale il passo è breve...«Vobarno è diventata un’oasi felice per gli extracomunitari. Non è un problema di razzismo; anzi, siamo per l’integrazione, ma questo è un fenomeno che va controllato anche sotto l’aspetto urbanistico. Chiediamo quindi maggiori verifiche sulle case del centro storico».

Lo snodo focale è sempre quello della programmazione: «Si è realizzato un capannone all’ingresso del paese (in Santa Maria) mentre si deve aggiustare il tetto della biblioteca, una cosa inconcepibile a due anni dal completamento della stessa. Se queste spese ora le deve sostenere il Comune significa che l’ente non si è tutelato, altrimenti sarebbe l’impresa che ha realizzato i lavori a intervenire. Insomma, l’amministrazione deve controllare meglio gli investimenti fatti con i soldi dei cittadini».

M.PAS. da Bresciaoggi

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