I 25 anni della cooperativa «Ai Rucc»

La Cooperativa sociale «Ai Rucc» di Vobarno, comunità terapeutico-riabilitativa per tossicodipendenti, è una struttura che da 25 anni offre un percorso riabilitativo basato sull’attività agricola (si allevano mucche, pecore, capre, maiali, api, asini, colombi, cani, conigli e cavalli avelignesi; inoltre si raccolgono olive, castagne e miele, si coltivano fiori in serra, si tagliano fieno e legna). «Nel nostro caseificio - ricorda Emanuele Tonoli, operatore della Cooperativa - si producono inoltre burro e formaggi».

La Cooperativa sociale, nata nel 1984, festeggia ora le «nozze d’argento». La strada per arrivare ai Ronchi, sulla via che da Vobarno porta in Degagna, è assai ripida, come ripido è il percorso che deve compiere chi, nella Comunità vobarnese «Ai Rucc e dintorni», vuol recuperare dopo un passato di tossicodipendenza o alcolismo.

«In convenzione con l’Asl - ricorda Tonoli - abbiamo 12 ospiti e siamo al completo, costretti spesso a dire di no ad altre richieste». L’utenza attuale si divide in 3 fasce: «Su 12 ospiti, 4 arrivano dall’eroina, 4 dalla cocaina e 4 dall’alcool. Mentre 20 anni fa, 11 su 12 arrivavano dall’eroina. Inoltre l’età media degli ospiti in recupero, che prima avevano tra i 25 ed i 30 anni, oggi va dai 26 ai 55 anni».

NEL PERCORSO di recupero è fondamentale l’aspetto religioso. «I giovani che arrivano dal Sert entrano in una grande famiglia che lavora e che compie un percorso di riflessione spirituale. L’obiettivo è recuperare sia la salute fisica che l’aspetto sociale-relazionale, col sostegno di uno psicologo».

I ragazzi della Comunità passano una giornata al mese in ritiro a Bardolino dai monaci camaldolesi. «Quel che abbiamo notato in questi 25 anni, che han visto passare di qua circa 200 ragazzi, è che completare il percorso di uscita dal tunnel della droga o dall’alcool non è impresa difficilissima. Difficile, una volta usciti, non ricaderci». E’ abbastanza frequente che l’ospite esca, ricada e rientri in Comunità per riprovare di nuovo. «Siamo soddisfatti dei risultati. Anche se un terzo dei ragazzi ha bisogno di più di un percorso. Ma alla fine sono un buon numero quelli che ce la fanno».

C’è poi un segno di rinascita: ogni anno la Comunità (che accoglie solo maschi) è invitata ad un paio di matrimoni di ex ospiti. La Cooperativa fa anche prevenzione nelle scuole della valle ed è aperta verso l’esterno e verso i giovani.

Massimo Pasinetti da Bresciaoggi

Vedi anche