15 Aprile 2024, 10.00
Blog - 21 grammi di psicologia

Dipendenza affettiva

di Sabina Moro

Oggi vediamo insieme come poter riconoscere la dipendenza affettiva


“La differenza tra un sano entusiasmo, sebbene eccessivo, e la dipendenza patologica è che i sani entusiasmi arricchiscono la vita, mentre le dipendenze la impoveriscono”.


Qualche articolo fa abbiamo visto insieme come poter riconoscere la dipendenza affettiva. Oggi invece vediamo insieme alcune strategie utili per poter gestire la dipendenza da un’altra persona.

Il primo consiglio che posso dare è quello di riuscire a rendere la propria vita degna di essere vissuta, indipendentemente dalla presenza dell’altra persona. Arricchire la propria vita, concentrandosi sui propri interessi, su un lavoro o sui propri hobby, conduce ad una sensazione maggiore di libertà ed autonomia e diminuisce il bisogno di dipendenza dall’altro. Ovviamente fare ciò potrebbe implicare la presenza iniziale di emozioni e sentimenti spiacevoli ma, gestendo le proprie credenze disfunzionali e ponendosi obiettivi realizzabili, posso pian piano sviluppare un autostima positiva e l’idea di potercela fare anche senza qualcuno al mio fianco.

Il secondo consiglio è quello di imparare a gestire la paura di rimanere soli. Comprendo come inizialmente si possa aver paura di dover gestire la propria vita in solitudine, come sia complesso costruirsi una nuova rete sociale e come si possa avere l’idea che non troveremo mai più nessuno. Ma tutte queste sono convinzioni disfunzionali, della quale non abbiamo prove rispetto alla loro veridicità. Le persone dipendenti hanno idea che non si possa condurre una vita senza qualcun altro e, nel momento in cui si è trovata una persona, si debba averla al proprio fianco ad ogni costo. Un compagno però deve arricchirci, essere uno spunto di miglioramento e di crescita personoale. Una persona al proprio fianco non deve essere un accontentarsi o un idealizzare, minimizzando tutte le cose che non vanno. Una persona al proprio fianco deve essere una scelta consapevole e positiva per il mio benessere.

Il terzo consiglio che posso dare è quello di trovare il coraggio di esprimersi senza dover essere sempre compiacenti, disponibili e accudenti. Una persona dipendente si sente spesso inadeguata e vive la relazione con la costante paura di essere lasciata, fino ad assumere comportamenti accondiscendenti pur di non perdere l’altro. Essere estremamente accondiscendenti porta solo ad annullare se stessi e i propri bisogni e, non garantisce la durata della relazione. Perdonare, giustificare e tollerare ogni cosa crea solo un circolo vizioso che mantiene il legame di dipendenza al partner e non migliora la relazione di coppia.

Ovviamente questi sono alcuni spunti di riflessione che possono aiutare ad aumentare la consapevolezza rispetto alla propria relazione. La dipendenza affettiva implica meccanismi alla base molto più complessi che spesso possono essere risolti solo con l’aiuto di un professionista. Dietro ad un comportamento uguale ci sono vissuti, esperienze, credenze e personalità diverse che devono essere meglio comprese per poter aiutare la persona dipendente o la coppia.

Concludo inoltre dicendo che se conosci qualcuno che pensi possa avere un legame di dipendenza, è importante consigliare di iniziare un percorso di terapia. Nel momento in cui però il problema non viene riconosciuto dalla persona stessa, che quindi non accetta il consiglio o l’aiuto, quello che possiamo fare è lavorare su noi stessi provando a modificare alcuni atteggiamenti verso il proprio familiare e osservare cosa succede.

Non possiamo cambiare le persone ma possiamo cambiare il nostro atteggiamento nei confronti delle persone, ed è probabile che indirettamente si noti un cambiamento anche nella persona stessa.


Dott.ssa Moro Sabina
3934107718
sabina.moro@outlook.it
Instagram: 21grammi_di_psicologia


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